Viviamo in un’epoca di contraddizioni profonde, in cui emozioni universali, battaglie sociali e celebrazioni collettive vengono continuamente svuotate di significato e trasformate in arene di conflitto o strumenti di consumo. La gelosia, per esempio, viene spesso banalizzata come un sentimento di insicurezza o debolezza, ma è in realtà una reazione umana complessa, amplificata da una società che valorizza il possesso e il controllo. In questo senso, il patriarcato ha contribuito a plasmare la gelosia come dinamica di potere, ma non è corretto considerarla un problema esclusivamente maschile: riguarda tutti e richiede una riflessione più profonda sulle relazioni.
Il patriarcato, del resto, è un sistema che ha imposto ruoli oppressivi per millenni, con un impatto devastante soprattutto sulle donne ma anche sugli uomini, intrappolati in aspettative irrealistiche. Criticarlo e smantellarlo resta fondamentale, ma il femminismo contemporaneo rischia a volte di limitarsi a battaglie simboliche, come il linguaggio inclusivo o l’uso dei pronomi, trascurando questioni strutturali come la violenza di genere, il divario salariale e la scarsa rappresentanza politica. Dipingere tutti gli uomini come oppressori, inoltre, è una semplificazione che alimenta divisioni anziché creare le alleanze necessarie per superare le disuguaglianze. Un femminismo efficace dovrebbe abbracciare la complessità , includendo anche i problemi che colpiscono gli uomini, come le pressioni sulla mascolinità e la salute mentale, per costruire una società davvero equa.
E poi ci sono le feste, che rappresentano un ulteriore esempio di come il consumismo riesca a svuotare di senso persino i momenti di condivisione più autentici. Occasioni come il Natale o San Valentino, un tempo simboli di amore e comunità , sono diventate pretesti per spese compulsive, ansie da prestazione e una continua misurazione del valore delle relazioni attraverso il costo dei regali. Il marketing ha trasformato ogni celebrazione in un invito all’acquisto, allontanandoci dal vero significato delle festività : l’amore, l’amicizia e il tempo trascorso insieme.
Di fronte a tutto questo, il rischio è quello di vivere in una società frammentata, dove ogni questione – che si tratti di emozioni personali, battaglie sociali o celebrazioni collettive – viene ridotta a una semplificazione o a una polarizzazione. Ciò di cui abbiamo bisogno è una riflessione più autentica e collettiva: comprendere i sentimenti senza giudicarli, affrontare il patriarcato con alleanze e non divisioni, ritrovare il senso delle festività al di là del consumismo. Solo così possiamo ricostruire un dialogo che ci unisca anziché dividerci, riportando al centro ciò che davvero conta.
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